Per dirla in parole povere non sono una che legge tanto, piuttosto una che ama coniugare la parola “bene” ai libri. Leggere bene, non tanto o tanto per: la formula che ho adottato da tempo per non incappare nel fastidioso intoppo del libro pacco. Difficilmente mi affido alle recensioni, centinaia di migliaia che si incontrano nel web, e ovunque, questo perché penso che non sia affatto semplice recensire un libro rispettando l’opera con senso arbitrario.
Per quanto mi riguarda il piacere di entrare in una libreria resta poiché rimane dentro per un pò, un gesto impagabile che mi dedico appena riesco a sgattaiolare dalla routine. La sensazione che ne ricavo è grossomodo quella che provo quando mi capita di togliere il cellophane dalla scatola delle matite colorate, rimanendo ogni volta sorpresa. Sarà per via dell’odore delle matite, l’ordine con il quale sono disposte, i colori sempre gli stessi ma diversi a seconda del momento in cui le osservo… Sarà semplicemente perché amo ancora sorprendermi di fronte alle piccole cose che diventano grandi man mano che i minuti passano.
In libreria solitamente gironzolo fino a che non inizio a sentire il peso delle parole impresse su carta, quel pregio che molti hanno conquistato meritando un posto sugli scaffali, per poi dedicarmi alla scelta del genere, dell’autore e della trama che leggo sempre con curiosità.
Qui nella sezione Interno libro, inserirò i miei libri cari, di certo non per conquistare qualche amante della lettura quanto per dare loro una seconda possibilità: dalla mia libreria al mio blog, l’archivio del tempo ben speso che mi riporta indietro nel tempo, come quando portavo mia figlia a curiosare fra i libri per bambini…
La parola che ho scelto per questo post è: Tsundoku 積ん読 .
Descrive l’atto di acquisire materiale da leggere, ma lasciarlo accumulare da qualche parte nella propria casa senza leggerlo.
Paola
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.